Per continuare ad aiutare i più fragili.
Appello al voto di Serena Romano
Con la lista “Altra Benevento è possibile – Senso Civico” è candidata anche SERENA ROMANO. Ecco la sua presentazione e il suo appello al voto.
Perché sono tornata a Benevento per candidarmi nella coalizione ArCo che sostiene Angelo Moretti sindaco?
Perché come presidente della “Rete Sociale” – l’associazione di familiari dei sofferenti psichici” di cui sono ancora presidente – sono nella lista “Altrabenevento è possibile–Senso Civico” capitanata da Gabriele Corona che con le sue denunce è sempre stato vicino alla causa della Salute Mentale, quanto Moretti lo è stato sul piano delle cure attraverso il reinserimento sociale? Risposta: perché la cura della salute Mentale a Benevento e provincia come l’avevamo costruita fino a 5 anni fa con gli ex vertici della Asl, il personale del Dipartimento di Salute Mentale e le cooperative che realizzavano i “PTRI” (Piani Terapeutici Riabilitativi Individualizzati), non esiste più. E’ andato TUTTO DISTRUTTO.
Oggi ci sono 3.500 pazienti con disagio psichico allo sbando: dei quali solo a “Benevento città”, 1.500 casi gravi. Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) non ha più un direttore. Quanto ai medici che sono andati in pensione, non sono stati sostituiti. Risultato: sono solo 3 i medici attualmente in servizio, pari a un medico ogni 500 pazienti. Sul lungo fiume di via Grimoaldo Re non c’è più neanche la sede del Dipartimento nella palazzina rosa dove i pazienti avevano arredato di fiori anche i balconi; e dove con 600.000 euro di fondi pubblici (fondi CIPE) avevano attrezzato uno splendido giardino, con gazebo, piccolo teatro e panchine adiacente alla sede: il giardino “Alda Merini” intitolato alla grande poetessa defunta.
Oggi quel giardino abbandonato è solo un intrico di piante mentre la sede del DSM è stata spostata in uno squallido, angusto appartamento, “depressivo” per chiunque vi metta piede. Le conseguenze di tutto questo sono talmente gravi che giusto per averne un’idea basti il dato dei suicidi che con la nostra associazione stiamo monitorando. Solo tra luglio e agosto, a Benevento e provincia ci sono stati 12 suicidi, ai quali si è aggiunto un tredicesimo proprio ieri 28 settembre: un giovane di appena 27 anni impiccatosi in carcere.
Ecco perché come “Rete Sociale” abbiamo messo in mora gli attuali vertici della Asl con i quali abbiamo già avuto un primo incontro la settimana scorsa e aspettiamo a breve risposte concrete. Quello che sta accadendo, infatti, non è più giustificabile perché tutti coloro che oggi si stanno aggravando o ricorrono ad atti estremi, lo fanno perché non gli viene corrisposto un servizio cui hanno diritto, previsto dal sistema sanitario nazionale, pagato dai cittadini, nelle modalità utili a guarire il paziente e non ad alimentare solo il business dei nuovi manicomi rappresentato dalle case di cura private.
A parità di fondi per la Salute Mentale, infatti, questi possono essere utilizzati per creare i “PTRI” – i Piani Riabilitativi a misura di paziente – oppure per parcheggiare i malati nelle case di cura senza un vero, concreto sbocco terapeutico. Ebbene: quando i “PTRI” marciavano a pieno regime, i casi risolti ammontavano a 65. E per ottenere questo risultato erano stati impiegati attraverso le cooperative sociali una cinquantina di operatori (sociologi, assistenti sociali, operatori socio sanitari, riabilitatori, educatori, ecc.) tutti residenti a Benevento e nel Sannio che andavano ad incrementare i posti di lavoro locali. Oggi, invece, il budget e il numero di “PTRI” si è ridotto di oltre il 50%. La cifra destinata ai PTRI è di appena 500.000 euro, mentre quella destinata alle cliniche private è levitata di nuovo a circa 2 milioni di euro annui.
Perciò sono tornata a Benevento e mi sono candidata con chi – come me – ha già dimostrato come si può cambiare la vita di tanti sofferenti psichici e delle loro famiglie: votatemi e votateci, dunque, se volete che continuiamo a farlo.