Sversamenti di tetracloroetilene non individuati per errori di perforazione. La “cortina fumogena” della mancanza di fondi

L’ARPAC ha contestato i lavori della ditta nominata dal Comune per realizzare i piezometri e controllare l’inquinamento della falda

Comunicato stampa del 6 dicembre

Per tentare di replicare alle inoppugnabili argomentazione di Altra Benevento, del Comitato Acqua Bene Comune e dell’associazione Libera sui pericoli dovuti alla contaminazione della falda e ai conseguenti picchi di tetracloroetilene, il sindaco a seguito di una riunione con vari assessori, dirigenti, consulenti e i vertici di Gesesa ha solo ripetuto, ossessivamente, che l’acqua è sempre stata potabile.

Ovviamente si limita a fare affermazioni o inviare comunicati senza esibire documenti che solo Altra Benevento ha pubblicato.

In sintesi, a Palazzo Mosti, non potendo più negare che per quattro volte dal 15 al 17 novembre ASL ed ARPAC hanno accertato valori di tetracloroetilene di gran lunga oltre la soglia di potabilità, insistono a far notare che in due fontane l’acqua risultava comunque potabile.

Non hanno precisato, però, qual’era in quel momento la miscelazione con acqua del Biferno e se i prelievi sono stati effettuati quando i pozzi di Pezzapiana erano in funzione oppure se la fornitura idrica veniva assicurata dal serbatoio di San Vito.  

Insomma, Mastella e i suoi non vogliono riconoscere che, come accertato ufficialmente, ci sono stati picchi di tetracloroetilene oltre i limiti di potabilità per almeno 48 ore perché dovrebbero ammettere che questo pericolo si può ripetere.

E’ già accaduto, infatti, al pozzo di Campo Mazzoni ad aprile 2021 quando il tetracloroetilene arrivò a 47 microgrammi/litro e perciò risulta ancora più grave la mancata esecuzione del piano di Caratterizzazione disposto dalla Regione Campania e da concludere entro il 31 gennaio 2021, per individuare le possibili fonti di inquinamento.

Quel lavoro indispensabile per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, finora non è neppure cominciato ma il sindaco si limita a riferire che non c’è stata inerzia da parte del Comune ma solo la necessità di risolvere problemi tecnici e finanziari.

Non dice, Mastella, che in realtà le perforazione per nuovi piezometri da usare per l’esame dell’acqua di falda, erano cominciati a luglio 2021 e subito bloccati perché l’ARPAC aveva comunicato, con appositi verbali, che i lavori non rispondevano alle Linee guida per le indagini ambientali nei siti contaminati dettate dall’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici).

Questa è la vera ragione del mancato piano di Caratterizzazione e quindi degli accertamenti non effettuati per individuare gli attuali sversamenti di tetracloroetitele, il resto, comprese le chiacchiere sulla mancanza dei finanziamenti, sono una “cortina fumogena”.

Gabriele Corona, movimento politico “Altra Benevento è possibile”



1 commento su “Sversamenti di tetracloroetilene non individuati per errori di perforazione. La “cortina fumogena” della mancanza di fondi”

  1. In tutto questo c’è la massima coerenza. Tolta l”acqua non abbiamo bisogno neanche dei depuratori.

    Rispondi

Lascia un commento

Sede
Via G. Vitelli 90
82100 Benevento

Seguici su:

WhatsApp

Facebook