I tecnici segnalano che in caso di terremoto crollerebbe anche la paratia che regge gli uffici di Asea che controlla l’invaso
Comunicato stampa del 15 febbraio 2023
Il presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi, da noi chiamato in causa per la frana che potrebbe ostruire la Diga di Campolattaro, tenta di minimizzare e perciò fa finta di non capire di cosa parliamo.
Sostiene che ASEA, l’azienda pubblica che gestisce la diga, a dicembre scorso aveva già chiarito la questione con una nota alla stampa ma in realtà aveva solo comunicato che era stato effettuato il collaudo funzionale della Diga, escludeva che la massa d’acqua potesse determinare movimenti franosi e che aveva incaricato uno studio specializzato di effettuare ulteriori verifiche sulla frana in sponda destra già oggetto di interventi di consolidamento nel 2001-2006.
Ma ASEA non ha mai commentato la perizia “RIVALUTAZIONE SISMICA DEL VERSANTE IN SPONDA DESTRA” della Diga di Campolattaro Elaborato C771- R017 presentata il 10 giugno 2022 dai tecnici delle società STUDIO SPERI SOCIETÀ DI INGEGNERIA S.r.l., STUDIO KR E ASSOCIATI S.r.l. , ITALIANA PROGETTI I.PRO S.r.l..
Nella relazione effettuata a seguito di incarico di Provincia-Asea del 2021, si legge che la frana dal Cimitero di Campolattaro alla Casa di Guardia sull’invaso (uffici Asea) , considerata “stabilizzata” a seguito dei lavori del 2001-2006 (una ulteriore paratia in aggiunta alle due preesistenti e un sistema di drenaggio della falda), è in realtà ancora attiva e si estende, seppur lentamente, verso nord-ovest, cioè verso l’area sulla quale si vorrebbe realizzare la galleria per portare l’acqua al potabilizzatore di Ponte. (Vedi immagine tratta dalla perizia R017: in rosso il contorno della frana attuale che spinge anche verso l’acqua)
I tecnici chiariscono che “Attualmente il pendio si trova in condizioni al limite dell’equilibrio statico, come dimostrato dagli spostamenti (modesti ma continui) registrati dalla strumentazione installata sia nella parte alta del pendio sia in quella bassa” anche perché il sistema di drenaggio della falda è poco efficiente in quanto le canne drenanti sono in gran parte ostruite o fuori servizio.
La perizia R017 così si conclude “la verifica sismica del pendio non è soddisfatta sia allo SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita)” che indica la intensità dei “terremoti capaci di creare rotture e crolli dei componenti non strutturali e significativi danni ai componenti strutturali”, sia allo SLD (Stato Limite di Danno) cioè “terremoti meno intensi che provocano danni tali da non mettere a rischio le persone e non compromettere significativamente la capacità di resistenza e rigidezza delle strutture”.
In caso di terremoto di forte intensità le attuali paratie potrebbero crollare e la frana potrebbe ostruire il sistema di svuotamento della diga.
Infatti, nella perizia R017 si legge “il volume mobilizzato (300.000 ÷ 500.000 m3) –- è significativamente superiore al volume complessivo delle vasche di dissipazione (80.000 m3) poste in basso al piede della frana. ….Questa circostanza determinerebbe l’impossibilità di effettuare la vuotatura controllata del serbatoio… Inoltre, anche la casa di guardia risulta coinvolta nel cinematismo e pertanto non è assicurato il suo presidio a seguito dell’evento sismico di progetto”.
La situazione è molto seria, quella è zona sismica 1 (secondo la Protezone Civile è la zona più pericolosa. La probabilità che capiti un forte terremoto è alta), abbiamo il diritto di sapere e di non attendere impotenti i possibili tragici eventi. La Provincia e Asea devono pubblicare immediatamente tutte le perizie relative alla sicurezza della Diga.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”