Stranamente il sindaco non ha fatto notare che da quando lui amministra la città non ci sono reati commessi da politici e funzionari comunali
Post 11 maggio 2024
Da alcuni mesi si sono infittite le notizie su arresti e provvedimenti giudiziari per amministratori, imprenditori e politici convolti in gravi fatti di corruzione, con o senza la partecipazione della criminalità organizzata.
Dalle recenti indagini in Puglia, Sicilia, Liguria, Torino, Napoli e Avellino emergono accuse per “voto di scambio”, appalti e concorsi truccati, finanziamento illecito ai politici, truffe ai danni dello stato, abusi, concussione, ed altri reati contro la pubblica amministrazione e i cittadini.
Quasi tutti i personaggi coinvolti si dichiarano estranei ai fatti contestati e con il sostegno di politici locali e nazionali, attaccano i magistrati che hanno condotto le indagini.
La nuova “tangentopoli” sta animando la discussione tra le forze politiche in tutta Italia ma a Benevento tutti tacciono.
Si nota, in particolare il silenzio della signora Sandra Mastella, che si considera da anni vittima della “malagiustizia”, cioè le vecchie indagini della Procura a suo carico, e perciò si è candidata al Parlamento Europeo scambiato per il Ministero della Giustizia italiano o il Consiglio Superiore della Magistratura.
E stranamente non è ancora intervenuto il sindaco Clemente Mastella per far notare che le gravi contestazioni per malaffare affiorano in tutta Italia ma non a Benevento.
Mastella è abituato a vantarsi per tutte le notizie dalle quali potrebbero emergere dati positivi per la città e consensi elettorali (sondaggi farlocchi, statistiche aggiustate, articoli taroccati sui turisti in città, fermate di treni per gentile concessione, promesse di finanziamenti pubblici, annunci di nuovi posti di lavoro, ecc.), ma questa volta non ha fatto notare che finora, da quando è sindaco, non ci sono stati arresti o rinvii a giudizio per l’attività del Comune di Benevento.
Quindi, avrebbe potuto far notare che in otto anni non ci sono stati in città:
- appalti truccati,
- tangenti e mazzette per l’affidamento di servizi pubblici a privati,
- voti in cambio di soldi o favori,
- sponsorizzazioni elettorali in cambio di autorizzazioni illegittime,
- incarichi ed assunzioni pilotate,
- corruzione sessuale,
- truffe per accaparrarsi finanziamenti pubblici,
- abusi e interessi privati in atti d’ufficio,
- peculato per l’uso di auto-sedi- attrezzature pubbliche a fini privati,
- falsi e/o omissioni,
- mancati controlli o contestazioni di reati,
- induzione indebita a dare o promettere utilità,
- minacce o ricatti a pubblici ufficiali.
L’ex Ministro della Giustizia avrebbe potuto dirlo ed invece tace. E non è il solo.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”