Incarichi tecnici, aumento di tariffe, raccomandazioni ed assunzioni, le mani di Acea sull’acqua del Mezzogiorno d’Italia. Altrabenevento annuncia un nuovo esposto
Comunicato stampa del 5 febbraio 2022
Con l’articolo “Benevento, ‘i fiumi sono cloache a cielo aperto’: i pm chiedono i domiciliari per l’ad di Gesesa e altri due indagati” il giornalista Vincenzo Iurillo torna ad occuparsi della grande inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento sul disastro ambientale dovuto alla mancata depurazione delle fogne e alla scandalosa gestione del servizio idrico.
Sono diversi i filoni di indagine che si intrecciano tra loro e si rallentano per i provvedimenti dell’ufficio GIP di Benevento che ha più volte “bocciato” le richieste di provvedimenti restrittivi (arresti o sospensioni dagli incarichi pubblici) della Procura poi accolti dalla Cassazione.
L’articolo di ieri de Il Fatto Quotidiano riguarda il ricorso presentato al Tribunale del Riesame con il quale la Procura della Repubblica insiste con la richiesta di arresti per Piero Ferrari, ex Amministratore Delegato della Gesesa, società che gestisce il servizio idrico di Benevento ed altri comuni del Sannio ma ancora attivo in Campania per conto di ACEA; Oreste Montano, ingegnere privato ma ex Direttore Generale di Alto Calore che serve molti comuni irpini e sanniti e di Giovanni Colucci commissario liquidatore dell’ATO Calore Irpino.
I fatti contestati riguardano gli accordi per gestire la progettazione dei depuratori di Benevento che proprio a causa di tali manovre, ritenute illecite dalla Procura, non sono stati ancora costruiti e pertanto nei fiumi vengono ancora scaricati liquami non depurati con problemi igienici sanitari che incidono anche sulla qualità della falda.
Ma la magistratura beneventana che indaga su questo gravissimo danno ambientale che incide sulla vita di tutti i cittadini, scopre anche altri reati che vengono contestati soprattutto ai tre indagati di cui chiede gli arresti, ma anche ad alcuni funzionari di Gesesa, all’assessore comunale Mario Pasquariello e all’ex capogruppo del Comune di Benevento, Giovanni Quarantiello.
Per il Procuratore Aldo Policastro e il suo Sostituto, Assunta Tillo, l’ex A.D. di Gesesa, Piero Ferrari, benchè trasferito da Benevento, continua ad occuparsi del disegno espansionistico di ACEA, socio di maggioranza di Gesesa, che insiste per concludere accordi con il consorzio Alto Calore e con Acquedotto Pugliese per privatizzare il servizio idrico in gran parte dell’Italia meridionale.
La Procura ha chiesto gli arresti anche per Giovanni Colucci, commissario liquidatore dell’ATO Calore Irpino e per Oreste Montano, ex Direttore Generale proprio di Alto Calore Servizi spa, adesso socio di varie società private del settore acque/acquedotti che continua a svolgere un ruolo centrale nei rapporti tra ACEA e l’Ente Idrico Campano, dove lavora un figlio e la GESESA dove lavora la figlia.
Proprio le assunzioni in Gesesa sono, secondo la Procura, uno degli strumenti, gli “allacci”, per gli accordi tra varie società ed amministratori pubblici per la progettazione dei depuratori e la gestione dei servizi idrici privatizzati.
A tal proposito la Procura nel Ricorso al Riesame segnala anche le raccomandazioni del sindaco di Benevento , Clemente Mastella, dell’ex presidente di Gesesa, Luigi Abbate (adesso consigliere regionale) e del Comandante della Polizia Municipale, Bosco Fioravante, ma i tre non sono indagati perché allo stato non emergono condotte illecite.
Altra Benevento che sulla gestione della Gesesa è più volte intervenuta, presenterà nella prossima settimana un esposto alla Procura della Repubblica proprio sui tentativi di ACEA di mettere le mani sull’acqua del Sannio e dell’Irpinia e sulle assunzioni in Gesesa.
Gabriele Corona, movimento politico “Altra Benevento è possibile”
Articolo de Il Fatto Quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/04/benevento-i-fiumi-sono-cloache-a-cielo-aperto-i-pm-chiedono-i-domiciliari-per-lad-di-gesesa-e-altri-due-indagati/6481688/
Ma non li avevano già arrestati, molti di questi e anche sequestrati beni per svariati milioni?.Invece successivamente , li hanno rimessi in libertà, dissequestrati i soldi, mentre ora si ritorna con gli arresti. Questo modo di fare della magistratura, sta diventando come un gioco di bambini, sembra che lo fanno apposta per farsi dispetti nel loro interno, inoltre perdono tempo pagati con i soldi dei cittadini. Poi ci lamentiamo che la situazione Giustizia è grave?, Mai un magistrato , un politico e un manager, che paga?.