Scarinzi segue il consiglio dalla spiaggia e pretende il gettone di presenza

Per il mese di giugno il Comune gli ha pagato € 42 per 53 Commissioni durate meno di un’ora, seguite in gran parte “da remoto”, mentre percepiva lo stipendio intero dalla ASL

Comunicato stampa del 3° agosto 2023

Il Consigliere comunale di Benevento, Luigi Scarinzi, si è arrabbiato assai perché gli abbiamo chiesto di rinunciare almeno al gettone di presenza di 42 euro per la partecipazione al Consiglio Comunale del 20 luglio che ha seguito con il cellulare da un lussuoso lido sul mare.

Si è risentito a tal punto da venir meno ad una regola finora rigidamente osservata dal mastelliani: non rispondere mai direttamente a Corona ed Altra Benevento e comunque non citali mai.

Il consigliere segretario politico del sindaco è andato su tutte le furie e invece di rispondere nel merito delle nostre argomentazioni, si è dedicato soprattutto agli insulti, come fa in genere il suo capo.

Ma delle sue affermazioni diffamanti (Corona ha fatto dossieraggio per conto terzi), parleremo in altra sede perché non vogliamo cadere nella trappola della rissa verbale che non consente mai ai lettori di capire di cosa si discute.

Torniamo al caso “le fatiche del consigliere al mare pagate dalle casse comunali”.

Scarinzi conferma che il 20 luglio era in Albania ma dice che il lido non era di lusso. In verità, come ha annunciato lui stesso su Facebook agli amici di famiglia, era a Saranda e Ksamil, note località al confine con la Grecia, con tanti alberghi di lusso e non ci pare dalle immagini comparse nella registrazione del Consiglio, che lui fosse sulla spiaggia libera.

Scarinzi sostiene anche che il regolamento del Consiglio comunale, votato pure dai consiglieri di opposizione, consente la “presenza da remoto” e che lui ha partecipato per non far mancare il suo contributo alla discussione sugli importanti temi all’ordine del giorno.

In verità il suo contributo al Consiglio si è limitato a quattro telegrafiche comunicazioni, in due ore: annunciare la presenza, votare due volte a favore per il gestore acqua e la proroga alla Gesesa, accertarsi alla fine che il suo voto fosse stato acquisito tra le risate soprattutto del presidente Renato Parente.

Il regolamento del Consiglio, che noi non condividiamo affatto, comunque all’articolo 5, comma 1, prevede: “Il componente dell’organo istituzionale che partecipa in videoconferenza deve assicurare che il suo impegno sia dedicato esclusivamente alla seduta e che avvenga con modalità consone al ruolo istituzionale”.

Nel caso in questione, il consigliere Luigi Scarinzi, mentre era impegnato a seguire, a tratti, l’importante discussione in consiglio, si abbronzava sul lettino, prendeva il fresco ammirando il mare e passeggiava sulla spiaggia.

E tutto questo lo hanno visto distintamente gli altri consiglieri e i cittadini che hanno seguito anche on line il Consiglio, boccheggiando per il caldo a 42 gradi.

In una città con tanti disoccupati e famiglie in gravi difficoltà economiche, questo comportamento, secondo Scarinzi e secondo il presidente del consiglio Renato Parente, il segretario Riccardo Feola e il sindaco Clemente Mastella, è “consono al ruolo istituzionalee merita pure il gettone di presenza di 42 euro.

Non poteva fare uno sforzo per partecipare “in presenza” al Consiglio, oppure seguire i lavori dalla camera di albergo con un comportamento più rispettoso dei cittadini rappresentati?

Capisco che il segretario politico del sindaco on. Mario Clemente Mastella, si possa risentire per tali osservazioni ma si deve rassegnare, deve dare spiegazioni perché svolge un ruolo pubblico, pagato con soldi pubblici.

Ad esempio, recentemente il Comune gli ha pagato 2.002, 92 euro per la partecipazione nel mese di giugno scorso, ad una sola seduta del consiglio comunale e 53 (dico CINQUANTATRE) commissioni consiliari in 21 giorni feriali.

Per la maggior parte di queste commissioni Scarinzi ha partecipato “da remoto” cioè con il suo cellulare, ed ha percepito 42 euro per ogni seduta che dura in media meno di un’ora.

Non è male la tariffa di 42euro/ora ai consiglieri di Benevento, in aggiunta al proprio stipendio, quando in Italia non si riesce a fare una legge per il salario minimo di 9 euro/ora.

Ma c’è di più.

Il “gettone di presenza” si aggiunge allo stipendio che Scarinzi riceve dalla ASL, regolarmente e per intero, tutte le volte che si assenta per partecipare alle attività istituzionali al Comune.

Ma poi il Comune deve rimborsare alla ASL i pagamenti fatti al consigliere che era assente.

A quando ammontano questi versamenti a carico del Bilancio comunale che si aggiungono alla spesa per i Gettoni?   

Comprendo che Scarinzi si innervosisca per queste domande ma deve spiegare quanto costa complessivamente al Comune, cioè ai cittadini, la sua attività istituzionale.

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile



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