Le delibere di Consiglio Comunale 44/2004 e 31/2005 e la delibera di Giunta presupposta, 170/1999, sono state annullate dal Consiglio di Stato. Devono essere abbattuti il palazzo privato e il museo davanti la Cattedrale
Comunicato stampa del 29 settembre 2023
Dall’edificio dinanzi alla Cattedrale, il cosiddetto mamozio, (foto da Cronache di Benevento) è caduto un pezzo di marmo che ha colpito un giovane.
Il sindaco Mastella ha immediatamente comunicato che è colpa di “quelli di prima” (buona parte oggi stanno con lui) e dimentica che quello è ancora un cantiere, con lavori bloccati e quindi senza collaudo e senza agibilità ma proprio lui ha ordinato di togliere la recinzione che serviva anche per la “tutela della pubblica incolumità”.
Il sindaco ogni tanto ipotizza anche l’abbattimento del mamozio, ma poi annuncia di aver ottenuto un finanziamento per progettare il completamento dell’edificio perché ha trovato un imprenditore che vorrebbe aprire sul terrazzo un ristorante per vip desiderosi di ammirare la Cattedrale dall’alto.
Insomma, anche per piazza Duomo, Mastella si avvinghia nelle dichiarazioni più disparate senza fare alcun riferimento alla complessa questione che caratterizza quell’area nodale, il cuore del centro storico, a seguito di forzature amministrative, delibere illegittime, sentenze non rispettate.
Gli fa eco Giovanna Megna, consigliera di opposizione di Civico22, che propone di completare quell’edificio progettato da grandi architetti e si limita a proporre una gara per scegliere il privato che dovrebbe finanziarie l’intervento.
Anche Megna non fa alcun riferimento, come se non esistessero, a recenti sentenze di Tar e Consiglio di Stato che hanno annullato le delibere con le quali quell’edificio fu autorizzato.
Così si rischia la mastellite, cioè la malattia degli amministratori che pensano di risolvere questioni complesse con dichiarazioni a mezzo stampa.
Che lo faccia Mastella è purtroppo diventato normale e si comprende perché dedica tanta attenzione ai giornalisti amici, ma non è accettabile lo stesso comportamento da parte dei consiglieri di opposizione, anch’essi amministratori pubblici che devono confrontarsi con le leggi, gli atti amministrativi, le sentenze, prima di avanzare proposte campate in aria.
Allora bisogna ricordare che il Piano Particolareggiato del Centro Storico di Zevi e Rossi, approvato alla fine degli anni ’80 dal consiglio comunale dopo il lungo iter di adozioni, pareri, osservazioni, prevedeva davanti alla Cattedrale una grande piazza al termine della quale, cioè lungo via Giuseppe Pasquali, si poteva consentire ai proprietari delle aree private di costruire un edificio di soli due piani per un totale di 6.000 metri cubi.
Dopo dieci anni la Giunta Viespoli approvò la famigerata delibera 170 del 23 marzo 1999 con la quale modificò in modo illegittimo il Piano Particolareggiato e il piano Regolatore autorizzò il consorzio CEPID a costruire l’edificio privato di lato, in aderenza all’edificio De Caro esistente.
Con la stessa delibera la Giunta approvò lo schema di convenzione che prevedeva la cessione gratuita al Comune dei suoli privati della piazza.
Successivamente, su indicazione dell’arch. Giuseppe Iadicicco, assessore all’Urbanistica della giunta Viespoli, che proponeva davanti alla Cattedrale la costruzione di “un pieno al posto del vuoto desolante”, il Consiglio Comunale con le delibere n. 44 del 2004 e n. 31 del 2005 approvò il progetto per una “piazza coperta” che in realtà era un edificio pubblico di 9.000 metri cubi a fianco al palazzo privato di 6.000 mc.
Insomma, grazie alla sciagurata decisione del “pieno al posto del vuoto” e agli atti conseguenti, davanti alla Cattedrale invece della piazza prevista da Zevi e Rossi, è cominciata la costruzione del palazzo privato, bloccato per l’inevitabile contenzioso con i condomini del palazzo De Caro, e il palazzo pubblico-museo su suoli privati mai ceduti (non si hanno più notizie in tal senso) che ha divorato fondi pubblici mai sufficienti.
Infine, nel 2020 il Consiglio di Stato ha annullato le delibere di Consiglio Comunale 44/2004 e n.31/2005 con le quali fu autorizzato il museo-mamozio e gli atti presupposti tra i quali la delibera di giunta 170/1999 con la quale fu prevista la costruzione del palazzo privato.
Dal 2020 ad oggi Mastella e il Consiglio Comunale non hanno mai discusso cosa fare a seguito di queste sentenze con le quali bisogna fare i conti necessariamente prima di avventurarsi in fantasiose ipotesi di completamento del mamozio che allo stato attuale è un edificio abusivo, quindi da abbattere.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”
Ma perché esiste un opposizione? Di doppio giochisti e ben pensanti ne è pieno il paesotto….”ma mi faccia il piacere !!!”